mercoledì 25 luglio 2007

Stato vegetativo apparente

Evidentemente il 24HIC mi ha lasciato molto più stanco di quanto credessi. Sono tornato entusiasta per la stuypenda esperienza ma davvero scarico, senza molta voglia di scricvere e comunicare.

La passione però è tanta, e riprendo la tastiera proprio oggi. Voglio terminare alcune cose lasciate in sospeso, come Cari fumetti (che, dopo la chiaccherata con Ausonia, ha trovato nuovi spunti) e la recensione di JD #50.

Intanto solo pochi commenti sul 24HIC (la diretta la trovate qui). Eccezionali gli esordienti, tra i migliori di tutte le edizioni. Segnalo Folco Soffietti, tra i più giovani quello con la maggior tenacia (supportato anche da pazientissimi genitori) e, sarò di parte, la rivelazione Lucia Gulino.
Tante le cose da dire degli autori, la simpatia di Akab e Burchielli, il Ponticelli-persona (perchè l'autore lo conoscevo già bene) e la creatività di Ausonia. Quest'ultimo in particolare mi ha esaltato sia come persono che come autore, realizzando una storia che mi ha colpito per la sua surrealità. La trovate qui, dove l'autore pubblica tutti i suoi foto-fumetti, oltre a storie speciali di ospiti esterni.

Sopra, un'immagine tratta dalla storia di Ausonia per il 24HIC - Copyright degli aventi diritto

mercoledì 18 luglio 2007

Bollettino di guerra - parte 2

Visto come avete seguito il post precedente, vi informo sulllo svolgimento della battaglia.

Ho sterminato metà dell'esercito nemico: 26 Kg persi sui 50 di partenza. Tutto questo in otto settimane.

In questi giorni mi sto accorgendo sempre di più di come l'obesità sia uno stato pseudo-depressivo. Quando sei così pesante entri in un loop davvero pericoloso e a cui è difficilissimo sottrarsi. Non ti riesci a muovere perchè ogni cosa ti costa fatica e, soprattutto, ti senti sempre giudicato. Quando sei grasso le persone, quando ti incontrano, l'unica cosa che riescono a fare e valutare l'eventuale ingrassamento-dimagrimento e il tuo peso diventa l'unico fattore di descrizione del tuo io.

E' così rimani in casa, ti vedi con quelle poche, uniche persone che non ti giudicano e cosa fai? Ovviamnete mangi...e si continua così, un cane che si morde la coda.

Adesso sto ritrovando l'energie che credevo di non avere: camminare, correre senza affanno... e ho invertito il loop: le cose che facevo per dimagrire, adesso le faccio per piacere.

Ecco di nuovo la luce del sole...

Torno al lavoro: intervista a Steve McNiven da formattare e recensione di John Doe #50 da finire, oltre ai preparativi per la 24hic. In arrivo anche la seconda parte del reportage Cari fumetti, spero di postarlo prima di partire.

Sopra, un'immagine tratta da Civil War - Copyright degli aventi diritto

lunedì 16 luglio 2007

24 HIC

Il 24 Hour Italy Comics è stata sicuramente l'iniziativa legata al fumetto più emozionante che abbia mai seguito. Dopo essermi occupato dell'edizione di Napoli il 7 e 8 Ottobre 2006, sabato sono a Firenze con gli altri redattori de LoSpazioBianco.it per l'edizione che si terrà all'interno dell'Italia Wave Love Festival. Quasi quaranta autori con la volontà di realizzare un fumetto completo di 24 pagine in 24 ore continuative. Una sfida contro tutto: gli altri, il tempo, sè stessi.

Non sto qui a spiegarvi i dettagli dell'iniziativa (per questo vi rimando a www.lospaziobianco.it - www.24hic.it), così come l'emozione nel farvi parte, nell'essere addentro a quella sinergia tra tutti i partecipanti che porta ad una crescita artistica e personale. Vi do solo tre buone ragioni per seguire ogni edizione del 24 Hour Italy Comics.
1) Il 24HIC è un momento unico di tensione creativa tra autori professionisti e non, dove ognuno è in sfida con gli altri e con sè;
2) Sopratutto per gli autori non-professionisti, Il 24HIC può essre una seria occasione per mettere alla prova le proprie capacità davanti ad una scadenza e, soprattutto, acquisire visibilità in maniera del tutto gratuitta in un mercato affollato come quello del fumetto;
3) Se siete quelli che alle fiere stanno infila ore e ore ad uno stand per avere la firma del vostro autore preferito su un cartoncino prestampato o per un semplice disegnino...avete la possibilità di seguire un autore proprio nel momento della creazione di una storira originale, cosa aspettate?

Io ci sarò, preparatevi anche voi.

24 Hour Italy Comics a Italia Wave - 21/22 Luglio Firenze
Per seguire la diretta: http://diretta-24hic.blogspot.com

Sopra, la copertina del volume dedicato alla prima edizione del 24HIC - Copyright degli aventi diritto

giovedì 12 luglio 2007

Zeitgeist



Era ora.
Gli Smashing Pumpkins sono tornati.

E' uscito da pochi giorni l'album Zeitgeist, che segna il ritorno degli Smashing Pumpkins dopo 7 anni (Machina II - The Friends and Enemies of Modern Music fu pubblicato nel 2000, solo su internet). Della formazione originale sono rimasti solo Billy Corgan e Jimmy Chamberlin, mentre James Isha è andato via. D'arcy l'altro pilasto del gruppo, era uscita dal gruppo già dopo Adore.

Sarebbe difficile spiegare il legame che ho con questo gruppo, come le loro canzoni siano state la colonna sonora della mia vita per lungo tempo. Pescando tra i ricordi che mi legano alle canzoni di Billy Corgan, mi viene in mente una volta in cui sussurai sottovoce alla donna che amavo Stand Inside Your Love, trovando la sua commozione.

Mi sono avvicinato al nuovo singolo dei Smashing Pumpkins come ci si avvicina ad una donna di cui sei stato a lungo innamorato: sei contento ma la affronti con diffidenza, quasi non volessi essere ferito. Poi non ho resistito e ci sono caduto dentro. Tarantula sicuramente non è la summa artistica del gruppo ma contiene quelle sonorità che mi lasciano ben sperare.

Perlomeno non sono gli Zwan.

P.S.: Per piacere, tirate un pugno a chiunque vi dica ancora che Billy Corgan da bambino interpreteva il fratello di SuperVicky.

lunedì 9 luglio 2007

Chi è il disegnatore?

Sul forum redazionale de LoSpazioBianco.it, una recensione del numero #250 di Dylan Dog ha fatto nascere una discussione sul ruolo del disegnatore che adesso giro qui.

Si parlava di Bruno Brindisi come disegnatore. Un eccellente disegnatore. Probabilmente, insieme a Roi, il migliore in forza alla Bonelli.

Ma chi è il disegnatore? Brindisi è un disegantore nel senso "assoluto"?
Mi spiego meglio. Per me il disegnatore è un artista polivalente, capace di suscitare grandi emozioni nel lettore con il proprio tratto. Il disegnatore è un narratore per immagini, libero di esprimersi come crede per arrivare al cuore di chi ha l'albo tra le mani.

Gipi è un disegnatore. Hayao Miyazaki è un disegnatore. Daniel Clowes è un disegnatore.
I disegnatori italiani che lavorano per le major sono disegnatori, visto che spesso sono solo "relegati" ad illustrare una storia fatta da altri?
Si potrebbe avvertire in questo un giudizio denigratorio o dispregiativo del disegnatore italiano, ma non è assolutamante così. Un disegnatore non è meno bravo se presta le proprie matite agli altri. Non voglio nemmeno dire che l'unico disegnatore "vero" è colui che scrive disegna le proprie storie, perchè sarebbe davvero limitativo.

La domanda che mi sono posto, proprio vedendo i bellissimi disegni di Brindisi, è solo: "un disegnatore, seppure eccezionale, se è costretto a realizzare un albo secondo precisi canoni(sia di sceneggiatura, che imposti dalla casa editrice) che limitano la propria vena artistica, alla fine non si 'riduce' ad illustrare una storia, piuttosto che disegnarla?".

Un ultimo esempio: prendiamo Julia, un altro fumetto pubblicato dalla Bonelli. Berardi, l'autore, pretende dai propri disegnatori che la protagonista venga disegnata sempre alla stessa maniera. Ciò è confermato dal fatto che, se guardiamo Julia, solo un occhio allenato riesce a distinguere disegnatori diversi. Questi disegnatori, più che "disegnare" Julia, non stanno "illustrando" Julia?

Sopra, una vignetta tratta da Dylan Dog #250 - Copyright degli aventi diritto

mercoledì 4 luglio 2007

Bollettino di guerra

-19 Kg. Ancora 31 Kg all'alba.

Quando in cinque anni ingrassi 50 Kg non è un problema di salute o di appetito. E' solo una manifestazione di un dolore, di un grande dolore, di qualcosa che non riesci a scrollarti di dosso.
Ma adesso basta. Penso di aver espiato abbastanza, è ora di riconquistare la normalità.

Dimagrire in questo momento della mia vita è fondamentale. Non è una questione di estetica, o non solo. Non è una questione di salute, o non solo. E' un passo importante per ritornare alla persona che ero prima, che si è smarrita cinque anni fa, o meglio 50 Kg fa.

Continuo la mia guerra. Non sono nemmeno a metà del mio cammino. E c'è una nuova e più difficile battaglia che voglio intraprendere...

Letture consigliate: l'anno scorso, proprio di questi tempi, mi è capitato tra le mani Il Mangione (una mia recensione seguendo il link http://www.lospaziobianco.it/3327), di Tonino Benacquista e Jacques Fernandez pubblicato da Q Press. Il commisario Selena è uno dei personaggi in cui mi sono più ritrovato.

Come leggo su uno dei miei fumetti preferiti, come spesso si firma un mio amico, percorriamo la via del meifumado.

Sopra, un'immagine da Il Mangione - Copyright degli aventi diritto

domenica 1 luglio 2007

Fell

La centrale di polizia di Moon Street è per me quello che l'inferno è per Satana.
In più, puzza di merda.
Warren Ellis, "Fell."


Questa è la frase con cui comincia il secondo volume di Fell, sicuramente una delle letture più coinvolgenti di quest'anno. Un detective un po' fuori dal comune in una città molto fuori dal comune. Per invogliarvi alla lettura, vi riporto degli stralci
dalla mia recensione di Fell #1 su LoSpazioBianco.it - http://www.lospaziobianco.it/3726

Lo scrittore inglese Warren Ellis ritorna nella sceneggiatura ai fasti della sua più celebre opera, quel Transmetropolitan che lo portò alla ribalta del grande pubblico. Con esso condivide la grande qualità di avere come protagonista un personaggio originale, “bastardo” al punto giusto, capace con il suo carisma di conquistare il lettore. Richard Fell, pur non condividendo apparentemente nulla con Spider Jerusalem, ha in comune con il futuribile giornalista la fascinazione esercitata sul lettore, derivante dai loro pensieri e dalle loro azioni.

Se il personaggio di Richard Fell non fosse già più che sufficiente per rendere degno di nota questo volume, le vicende in cui lo cala Warren Ellis rendono questo volume davvero imperdibile. Storie tanto surreali da essere vere, frutto della ricerca giornalistica dell’autore documentata alla fine del volume. Laddove non arriva la realtà, lo scrittore inglese utilizza la propria capacità di rielaborare vicende quotidiane in chiave orrorifica. Il risultato è che il lettore non riesce più a distinguere dove inizia la finzione e dove finisce la realtà, rimanendo incollato alla pagina.

La divisione in singoli, brevi episodi si dimostra una scelta vincente. Come in una fiction, in Fell è possibile distinguere due linee narrative: lo scorrere veloce del singolo episodio, dove il character secondario diventa principale in un breve ciclo di nascita e morte (narrativamente parlando); e il più lento evolvere della trama principale nell’intero volume, quella che coinvolge direttamente il protagonista Richard Fell.
Un’ architettura moderna, dove la vicenda portante si esaurisce nel singolo albo, ormai adottata da un gran numero di serie a fumetti e che ha fatto la fortuna di molti serial Tv americani di ultima generazione, da C.S.I. a Prison Break. C’è da dire che, nel caso di Fell, il discorso sulla funzionalità del racconto breve viene estremizzato, visto che lo spazio a disposizione della narrazione è ben più ristretto (16 pagine invece delle canonica 22-24 dei normali comics): il risultato può essere tanto migliore, ma anche più disastroso.

Da sottolineare la particolare struttura a “gabbia” della tavola, dove in alcune occasioni troviamo ben nove vignette. La scelta non è solo di carattere estetico ma ha una importante doppia valenza narrativa. Innanzitutto la divisione della pagina è indispensabile per la dimensione temporale della storia: non solo il lettore, a seconda della sequenza delle vignette, percepisce come scorre il tempo nel racconto, ma si sofferma maggiormente sui particolari che l’autore e il disegnatore vogliono mettere in rilevo (vignette grandi in primo piano), mentre lascia scorrere con maggiore velocità le sequenze di vignette “identiche” (in una maniera molto simile a quella che ritroviamo in “Daredevil” di Bendis e Maleev).
Potremmo dire che la struttura è fondamentale per il tempo “interno” ed “esterno” del racconto, ossia quello in cui si svolge la storia e quello in cui viene “percepita”, oltre che letta, dal lettore.
La divisione della tavola serve anche ad enfatizzare alcuni momenti della storia, quanto più la vignetta si fa piccola e stretta, quasi come se i personaggi “straripassero” fuori, tanto più chi legge percepisce il senso di ansia e angoscia di alcune situazione, come se fosse il lettore stesso ad essere imprigionato, costretto a vivere la stessa identica situazione.

Compratelo,non ve ne pentirete. Dall'inizio del 2007 i migliori soldi spesi per un fumetto.

Sopra, un'immagine da Fell - Copyright degli aventi diritto